Dara Bestazzi descrive così il suo progetto:
“Ho scelto il nome CHIMAERA per la mia tesi per sottolineare le tre parti in cui, secondo me, è stratificata oggi la società.
La chimaera, noto mostro della mitologia greca, è composto da porzioni di tre animali diversi: coda di serpente, corpo di capra e testa di leone.
Ho voluto reinterpretare queste tre parti trasformandole così: coda = creatore, corpo = matrice, testa = avatar.
Il creatore vuole rappresentare l'essere umano e la sua difficoltà nel far trasparire la sua vera forma attraverso i social network.
La matrice serve a collegare il mondo reale a quello digitale, ed è quindi un portale che potremmo paragonare ad un QR Code.
L'avatar è l'ultima parte della chimera, ossia la testa, la quale è una creatura che si nutre di ego ed apparenza, ed è alla ricerca costante di notorietà, che viene data dalle performance, ossia le continue pubblicazioni di foto e video.
Ormai non esiste più la distinzione tra performer e spettatore, poichè siamo diventati tutti dei performer: siamo tutti sul palco di un teatro che è internet e se non ci sei non esisti.